Mentre il pubblico attende che qualcosa accada nel luogo convenuto (località Sorte, VR, sul cippo commemorativo della morte di Boccioni) io sfreccio davanti a loro a bordo del treno che conduce a Trento. Solo pochi mi hanno visto e molti hanno la sensazione che nulla sia accaduto o d’aver perso qualcosa. Dopo cento anni di avanguardie guardiamo ancora in modo prospettico centrale.
Un’ora dopo, incontro il pubblico nella sala d’aspetto della stazione FS di Rovereto tra quelli che vanno e quelli che restano.
Nel dialetto veneto Morbin è riferito spesso a chi non sta mai fermo e che ha l’argento vivo addosso… “Quel toso el ga el morbin”, una forma di dinamismo plastico!