Versione a muro. Fotografo Andrea Rosset.
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Pieghevole della mostra.
Pieghevole della mostra.

Strumento a perdifiato

Galerija Škuc, Ljubljana / Galleria ŠkucLubiana, (SLO).


Installazione in 19 luoghi della città,
dal 4 al 14 aprile 1995:

1) Ljubljanski grad / Castello di Lubiana
2) Galerija Škuc / Galleria Škuc
3) KUD France Prešeren / Centro Artistico Culturale KUD France Prešeren
4) Filozofska fakulteta (avla) / Facoltà di Filosofia (ingresso)
5) Cancarjev dom (I. preddverje) / Cancarjev dom (Corridoio I)
6) Pasaža Maximarketa (pred vhodom v veleblagovnico) / Galleria Maximarket (ingresso del grande magazzino)
7) Pasaža Maximarketa (pred vstopom v restavracijo Maxim) / Galleria Maximarket (di fronte al ristorante Maxim)
8) Nova ljubljanska banka (avla) / Nova Ljubljanska banka (sala)
9) Park Zvezda (Kongresni trg) / Parco Zvezda (Piazza dei Congressi)
10) Konzorcij - knjigarna MK / Libreria MK
11) Konzorcij - avtobusna postaja / Stazione degli autobus
12) Centralna pošta (avla) / Ufficio postale centrale (atrio)
13) Mestno gledališče ljubljansko (avla) / Teatro cittadino di Lubiana (atrio)
14) Železniška postaja (avla) / Stazione ferroviaria (atrio)
15) Hala Tivoli (pri vhodu) / Sala Tivoli (ingresso)
16) Rožnik (Cankarjev vrh) / Edificio sul colle Cankariev
17) Živalski vrt (pri vhodu)/ Zoo (ingresso)
18) Klinični center (avla) / Centro clinico (atrio)
19) BTC (Hall A) / Centro commerciale BTC (Hall A)

SE SIAMO UN CORPO UNICO CON L’UNIVERSO, PARLARE A SE STESSI EQUIVALE A PARLARE ALL’UNIVERSO E PARLARE ALL’UNIVERSO SIGNIFICA PARLARE A SE STESSI.

 

Ho costruito un attrezzo, che ho chiamato “Strumento a Perdifiato”, per poter ufficializzare e legittimare un’azione altrimenti vista/letta come bizzarra o comunque troppo soggettiva: parlare a se stessi. Per dare un nome allo strumento ho innanzitutto considerato la funzione e in secondo luogo le caratteristiche tecniche; rispetto alla funzione l’ho definito “Strumento…” in quanto mezzo che permetta di eseguire un’azione conferendole precisione e serietà (ogni lavoro di precisione richiede gli strumenti più adatti al contesto in cui si agisce). Riguardo invece alle caratteristiche esso è “…a Perdifiato” dato che, in riferimento alla dichiarazione di Etica Espressiva Universale (Corriere della Sera, 8 maggio 1994), formalizza l’atto comunicativo di un corpo unico dalle dimensioni vaste: così come si usa l’espressione “…a perdita d’occhio” quando si guarda un paesaggio sconfinato, analogamente “…a perdifiato” sottolinea lo sforzo della comunicazione su grandi distanze.

Lo “Strumento a Perdifiato” è tanto semplice nella sua sostanza formale quanto efficace nell’adempiere alle funzioni e alle necessità che lo hanno generato. Parlare a se stessi richiede una volontà precisa di raggiungere la propria natura attraverso una relazione intima; diversamente, il parlare da soli, istintivo e occasionale, riguarda spesso una realtà esistenziale o una patologia interiore in cui ci si trova nostro malgrado, anziché l’atto deciso di acquisire la propria coscienza nella comunicazione. Parlare a se stessi diviene una scelta che il soggetto compie deliberatamente: un naturale atto di comunicazione.

Lo “Strumento a Perdifiato” assicura quindi una comunicazione simultanea; esso annulla la distanza tra due sensi: permette all’udire di corrispondere al parlare, consente alla bocca di sovrapporsi all’orecchio fino all’unione. L’attrezzo sottolinea la nostra condizione universale, la nostra realtà espansa oltre il limite del corpola nostra realtà espansa oltre il limite fisico del corpo.

Lo ”Strumento a Perdifiato” è strumento di precisione concepito per stimolare la coscienza e la consapevolezza di una nuova natura universale. Esso prevede un’azione, sia pur essa minima, che ci predispone all’ascolto oltre che alla comunicazione. L’utente può liberamente accostare la bocca, avvicinare l’orecchio e parlare all’Universo.