Nel mondo occidentale l’esistenza delle cose si misura spesso con la capacità di vederle e toccarle. Ho tentato di sfidare questo idillio creando forme che avessero ragione di esistere nella scomposizione e delocazione delle loro stesse parti. Scultura sociale esiste pur nell’impossibilità di essere presente nel senso compiuto della sua forma globale; esiste sotto forma di centinaia di parti che atomizzate in ambito domestico si trasformano in pomelli, supporti, maniglie, ecc.
Chiamo “Applicazioni” le parti messe a dimora che cresceranno progressivamente fino ad esaurimento dei moduli della scultura di cui rimarrà solamente la base.
È una scultura instabile come la sua base che la caratterizza e la fa nascere: una sfera,… un punto, la più piccola parte della materia e dell’immaginazione.