Primo piano, marzo 2002. Sangue su carta Fabriano, 70 X 50 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Carta, maggio 2002. Sangue su carta Fabriano, 50 X 74 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Carta, luglio 2002. Sangue su carta Fabriano, 50 X 74 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Velina, settembre 2002. Sangue su carta da macelleria, 25 X 37 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Velina, settembre 2002. Sangue su carta da macelleria, 25 X 37 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Velina, settembre 2002. Sangue su carta da macelleria, 25 X 37 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Velina, settembre 2002. Sangue su carta da macelleria, 25 X 37 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Velina, settembre 2002. Sangue su carta da macelleria, 25 X 37 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Circolazione +, gennaio 2002. Sangue su carta Fabriano acquerello, 50 X 70 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Circulation ∞, March 2002. Sangue su carta Fabriano acquerello, 50 X 70 cm. Photographer Andrea Rosset.
Red, maggio 2002. Sangue su cartoncino rosso, 70 X 90 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Red, maggio 2002. Sangue su cartoncino rosso, 70 X 100 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Porta, aprile 2002. Sangue su carta Fabriano acquerello, 100 X 130 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Testa, aprile 2002. Sangue su carta Fabriano acquerello, 100 X 130 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Mano, maggio 2002. Sangue su carta Fabriano acquerello, 100 X 130 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Studio per autoritratto, febbraio 2002. Sangue su carta Fabriano acquerello, 70 X 100 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Grande autoritratto 1, marzo 2002. Sangue su carta Fabriano, 150 X 120 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Grande autoritratto 2, giugno-luglio 2002. Sangue su carta Fabriano, 180 X 150 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Campione, marzo 2002. Sangue su carta da parati, 100 X 50 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Autoritratto, giugno 2002. Sangue su carta da parati, 70 X 50 cm. Fotografo Andrea Rosset.
Monomaterico, giugno 2002. Sangue su lamiera con spessore 10 mm., 70 X 50 cm. Fotografo Andrea Rosset.

Non sto più nella pelle

Venti lavori dipinti con il mio sangue


2002

Supporti e formati diversi.

Era forse destino che andasse a finire così. Stava forse scritto, come accade in molte famiglie, che i figli continuino l’opera iniziata dai padri.

Mio nonno fu macellaio, mio padre è stato a sua volta un macellaio, io fui un “Giovane macellaio all’Accademia di Belle Arti di Venezia”.

Guardando i miei compagni dipingere pensavo che come un pittore espone le proprie opere, appende la tela alla parete, così un performer mostra le proprie carni; si manifesta attraverso il corpo ed Il corpo diventa supporto per un linguaggio. Esso è il linguaggio stesso.

Ora io non sto più nella pelle perché il mio corpo è diventato un contenitore troppo stretto. Sento una pressione che spinge all’esterno ciò che sta dentro; estraggo, mostro, “incarto” e porgo.

I lavori su carta muovono in questa direzione; sono cartocci simili a quelli con cui si esce da una macelleria: contenitori per sezioni di corpo, sezioni di ciò che un tempo conteneva.

 

Tutti i lavori nascono da immagini proiettate sul supporto e ricalcate pittoricamente con il mio sangue. Non c’è alcun interesse per il fatto pittorico bensì l’auto-sorpresa di un’immagine che fisicamente esce dal proprio corpo. Sono io fuori di me…

sono fuori di me.