Nei primi anni ‘80 il punto di riferimento per i miei lavori era l’arte. Studiandola, fui travolto da Marcel Duchamp del quale mi interessava soprattutto il Grande Vetro e che mi condusse alla creazione di una scultura/strumento, Macchina per parlare da soli.
All’interno del Grande Vetro convivono, distinti, due spazi, il regno maschile, sottostante, e il regno del femminile, sopra. Uno degli elementi che caratterizzano l’ambiente maschile è la zona dei Setacci, (les Tamis), coni che collegano i Vasi Capillari, (Tubes capillaires), alla regione della Pompa a farfalla, (Baratte-ventilateur). Questi coni, disposti a semicerchio, prima filtrano e poi convertono i desideri dello Scapolo. Analogamente, Macchina per parlare da soli manteneva la struttura semicircolare ed era composta da coni di cartone parzialmente inseriti l’uno nell’altro. Bocca ed orecchio chiudevano il cerchio nell’uso della macchina.
Macchina per parlare da soli non nacque esclusivamente dall’incontro con Duchamp ma fu la continuazione naturale di un evento precedente (Dopo aver parlato a lungo da solo, finalmente ho deciso di ascoltarmi, giugno 1984). Senza dispersione o perdita, come nel Grande Vetro, la macchina tracciava una traiettoria di andata e ritorno. Costruendola legittimai un’azione normalmente consumata nella solitudine più desolante. Avevo creato
uno strumento specifico, un attrezzo d’uso quotidiano idoneo a soddisfare bisogni esistenziali in una prospettiva pubblica.
Macchina per parlare da soli fu archetipo e prototipo dello Strumento a perdifiato e contribuì al suo concepimento solo per il concetto d’origine. Della macchina, espressione intima ed esistenziale, Strumento a perdifiato contiene l’essenza sviluppando però nuove funzioni: è uno strumento comune simile al telefono, oppure al cacciavite: uno strumento a disposizione dell’umanità.
Macchina per parlare da soli è composta da una serie di quarantacinque coni di cartone (usati per scopi tessili) parzialmente inseriti l’uno nell’altro e distanziati modularmente di 7,5 cm. circa. I coni, sono disposti in sequenza di rosso, grigio rigato, rosso, grigio liscio, rosso e così via. La partenza a sinistra, quota x da terra, con la base del cono e arrivo finale a destra con il vertice di cono (quota y da terra). Sono disposti circolarmente su di un profilato in alluminio a “U” del diametro di 120 cm. con partenza più bassa di 8 cm. rispetto all’arrivo.